Cristiano e Franco sono una coppia di omosessuali di circa quarant'anni, titolari di un'affermata casa di moda. Cristiano ha un problema che lo angoscia profondamente: vorrebbe avere un figlio! Esasperato dalla situazione, che in Italia non ha soluzioni, Franco se ne va e Cristiano passa mesi di solitudine e depressione. Dopo una notte all'insegna dell'alcol, Cristiano vorrebbe buttarsi da un ponte, ma viene salvato da Massimo, leader di una rock band. Cristiano, in quel momento, idea un piano: spacca una bottiglia in testa a Massimo, lasciandolo senza sensi, e lo rapisce. Il mattino seguente Massimo si ritrova in un letto legato come un salame. È a casa di Cristiano, che ha deciso di farlo diventare il figlio che ha sempre sognato. La sola speranza per Massimo di sfuggire a questa folle prigionia è Gilda, la sua bella fidanzata rocker...
/ Viva, viva la Befana! " In omaggio alla tradizione, anche quest'anno i miei nonni mi hanno regalato una calza enorme piena di torroncini, cioccolatini e altre leccornie che finiranno in bocca a mia mamma o a mia zia... Veniamo ora al motivo più frivolo: in barba ai pronostici, agli uccelli del malaugurio e agli autolesionisti, Francesca ha vinto X-Factor!
La mia mamma suona il rock ita
Il refrain insistente che dona il titolo è sapientemente orchestrato e gli strumenti ben bilanciati. Incalzante, fissa lo sguardo sul refrain come una frase completa che entra dentro. Piero usa la lingua italiana come fosse nata per il Blues ed il Rock, ed è un privilegio di pochi. Trova una natura nuova nella nostra cara lingua che è propria di quella inglese, la sonorità rock. Bravo Piero.
Quando cominciai la mia avventura musicale e organizzai il primo gruppo fu lui che con la straordinaria bravura, la sua tecnica e i suoi volumi altissimi, mi aiutò subito a chiarire al mondo che era nato il nuovo rock italiano.
Racconta la leggenda che tutto cominciò con una chitarra Eko regalata dalla mamma.Allora ero solo un bambino che vedeva i giornali con i primi gruppi, Equipe 84, Nomadi e poi i Beatles. La chitarra era il sogno di chi amava quel genere musicale. Mia madre me la regalò e sembrava una meraviglia, anche se non era certo uno strumento di grande pregio.
Hai ancora un sogno nel cassetto?Riuscire a fare un bel tour nei teatri con i miei pezzi e la mia band. Sia proponendo brani dei miei dischi solo, di Vasco, della Steve Rogers Band e qualche classico del rock, da Jimi Hendrix ai Led Zeppelin. Lo faccio ogni tanto, vorrei qualcosa di più continuativo. Io ci provo, di certo non mollo.
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Quando avevo 2 anni, mia mamma scherzando mi chiese: "Che ne sarà di te quando crescerai, che cosa vorrai fare da grande?". E io già a quell'età risposi: "Io voglio essere musicista, e padre di figli".
A me piace molto cantare, mi piace fare musica. Amo la musica, ma potevo non esser musicista, come la maggior parte delle persone: tutti noi amiamo la musica, ma solo alcuni sono diventati musicisti. Io ho avuto la fortuna di riuscire a fare questo mestiere, e questo mi gratifica, mi ricompensa ogni volta di più, è quello che più mi piace fare nella vita: suonare la chitarra e cantare.
Il 2 agosto, a Livorno, è stata la prima volta che ti ho visto col tuo nuovo gruppo (Banda Larga Cordel), ed è evidente che vi piace molto suonare insieme, che tra di voi c'è un ottimo clima, grande amicizia.
Parlando di affetti, mi è piaciuto molto vedere tuo figlio suonare al tuo fianco, a Livorno, ed è bello che egli faccia parte della Banda Larga. Com'è suonare con tuo figlio, che situazione si crea?
E' molto bello, io avevo gia suonato con un mio figlio, Pedro, che morì a 19 anni: suonava la batteria con me. Poi un'altra figlia, nello stesso periodo di Pedro, cantava con me, il suo nome è Nara. Poi è passato del tempo e l'altra figlia, Preta, ha cominciato a cantare, ma ha fatto una carriera propria, non abbiamo mai lavorato insieme. Adesso è il turno di Ben, che suona con me, ma ha anche un proprio gruppo e collabora con altri artisti.
Adoro suonare con lui, è una persona buona, sensibile, è molto musicale, e la sua musicalità è molto vicina alla mia, lui è molto "ritmico", come me, ama le cose strane, come me, si è appassionato a Jimi Hendrix, come successe a me anni fa, quindi mi identifico molto sia nella musicalità che nella personalità di Ben.
In quel concerto di agosto ho notato - non so se sarai d'accordo né se l'espressione ti sarà molto comprensibile - che nel modo di Ben di suonare c'è una certa educazione, un certo stile improntato alla discrezione, a svolgere il proprio compito nel migliore dei modi senza puntare all'appariscenza.
Lui è così! È molto discreto, non è esibizionista in alcun modo. Ed è molto cordiale, davvero, questa cosa di suonare con molti gruppi lo dimostra, dà molto valore all'amicizia, alla possibilità di entrare in contatto con molte persone appartenenti a contesti diversi. Ha molti amici nel calcio, nella musica, nell'attività studentesca. E' sempre stato così, fin da piccolo, ed in questo senso è molto simile a me.Nel tuo nuovo album c'è una canzone di cui ho apprezzato molto il titolo, che è "A faca e o queijo" ("Il coltello e il formaggio"). Mi pare che tu abbia voluto scegliere due elementi semplici, che appartengono al popolo, per parlare di una cosa che così semplice non è, ovvero l'amore.
Questo viene dal mio lavoro in giro per il mondo. Per quanto riguarda la Francia è stato il paese che, quando ho cominciato a suonare in tutto il mondo, mi ha immediatamente accolto, ha subito risposto al mio lavoro: sono rimasto legato da un sentimento di affetto, di amore, per la Francia; stesso discorso per l'Africa, che ha una grande parte francofona, luoghi dove la musica esplode in una forma straordinaria, ed è stato per questo che ho iniziato a scrivere in francese.
Limoncello (lo pronuncia in italiano)! Io adoro il limoncello... che meraviglia! Lo fa la tua mamma? Grazie, grazie mille... lo beviamo con il resto della banda... che bello che è stato vedervi!A registratore spento, facciamo altre quattro chiacchiere, parliamo di quanti mesi di "corteggiamento" a Gilda Mattoso ho avuto bisogno per riuscire a intervistarlo, delle sue prossime date in Brasile e in Italia, e, per chiudere, chiedo se mi regala la scaletta, originale s'intende, del concerto di ieri sera, l'ultimo del "Here and Now Tour" 2009. Ed essendo una persona gentile, la scaletta me la dà davvero.
Iscriviti alla nostra newsletter per restare aggiornato sulle notizie di spettacoloVanno di...fretta i Måneskin. E lo si capisce ascoltando Rush, il loro nuovo album in uscita venerdì 20 gennaio e che ho ascoltato in anteprima. La prima sensazione è di un album molto veloce e spinto a conferma che in questo periodo artistico Victoria, Damiano, Thomas ed Ethan surfano su un rock spinto, ai confini del punk, accompagnandolo con testi crudi anche quando volgono all'introspezione. In totale Rush ospita diciassette brani, tre dei quali sono in italiano. Questi ultimi sono presenti anche nella versione destinata ai mercati esteri. La voce di Damiano è fremente e tellurica, difficile stargli dietro anche con i testi davanti. E' stato prodotto principalmente da Fabrizio Ferraguzzo e Max Martin, è stato registrato a Los Angeles, in Italia e a Tokyo.
Anche per questa nuova avventura sonora e di stile, i Maneskin si sono affidati alle mani esperte di Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci, che ha contribuito a plasmare l'immagine trasgressiva e graffiante delle quattro rockstar. Il brand, nell'ultimo anno, ha creato per loro look dalla vocazione genderless e assolutamente fuori da ogni regola ma anche completi dal taglio maschile e dal carattere formale, assolutamente perfetti anche per Victoria De Angelis 2ff7e9595c
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